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Il Gigante Autunno Apuano


Le gambe tronchi grigi

su sangue immobile.

Attorno scaglie di linfa,

foglie.

Un occhio giallo spento

apre griglie di sonno.

Le pietre globuli verdi,

sveglie.


Ancorato a maree di radici mai morte,

arterie tese tra marmi

di zucchero antico ancora dolce,

estratto di denti caduti.

Nel grigio, metati

affanni di pietra, polmoni anneriti,

segnali di pane.

Esalazioni, fiati.


Il mare nascosto

dal nome di terra

è argine,

budello blu, ignoto.

Sotto alle cime profili sicuri,

tratteggi di battiti

su monitor bianchi nebulosi,

Ventricoli e Atri.


Il gigante non dorme, riposa,

borbotta

tosse di tuoni.

E noi presi,

noi scesi,

seguaci.

Noi niente.



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